I nuovi arrivi alla Biblioteca Digitale Salernitana…
Com’è naturale che sia le biblioteche digitali rinnovano e incrementano il materiale che mettono a disposizione degli utenti. Arriva dunque il momento di segnalare i nuovi documenti messi on line. La Biblioteca Digitale Salernitana (che ho presentato qui: Salernum ) non fa eccezione.
Aggiornamenti tanto più necessari perché col tempo gli articoli sul blog aumentano di numero e i vecchi articoli cadono non dico nel dimenticatoio, ma senza dubbio restano i meno ricercati, soprattutto da chi ha scoperto il blog da poco tempo e quindi non lo ha ancora esplorato per intero.
Nuovi arrivi
Tra le nuove immissioni troviamo: alcuni numeri della rivista Civiltà della Campania, un bimestrale promossa dall’Assessorato per il Turismo della Regione Campania, venti annate dell’Archivio Storico delle province napoletane (i numeri non sono in ordine cronologico), tre volumi del Bollettino bibliografico della storia del Mezzogiorno d’Italia (ogni volume comprende più anni); alcuni numeri delle riviste Salernum, e Salerno Quadrante.
Anche le monografie sono state incrementate. Oltre ad alcune opere di carattere economico e/o politico vi è un’interessante monografia sui Paesaggi Salernitani e altre ancora.
Insomma, gli aggiornamenti della Biblioteca Digitale Salernitana Salernum – Aggiornamentisono notevoli per studiosi, studenti e curiosi e, sicuramente, un buon sostegno al portale Storia della Campania.
Salernum, la Biblioteca Digitale salernitana, è una raccolta digitale di documenti, monografie e periodici di argomento o produzione prevalentemente salernitani, a cura del Centro bibliotecario dell’Università degli studi di Salerno.
Obiettivi
Salernum intende valorizzare il proprio patrimonio documentario e soddisfare le necessità di ricerca dei propri utenti.
L’obiettivo primario della Biblioteca è di favorire la conoscenza e l’approfondimento culturale del patrimonio documentario salernitano, grazie alla condivisione in rete di contenuti digitali e alla loro libera fruizione. La scelta dei titoli predilige documenti di soggetto o di produzione salernitana, ma non mancano testimonianze della cultura di altri territori campani: manoscritti, carteggi, libri a stampa antichi e moderni, documenti, quotidiani e periodici appartenenti alle raccolte di ateneo. Oltre alla valorizzazione del patrimonio documentale, l’istituzione della Biblioteca Digitale permette l’accesso degli utenti a materiali di considerevole interesse scientifico e culturale, promuove la conoscenza di collezioni locali attraverso una maggiore visibilità.
Infatti, oltre a monografie e opere più o meno diffuse, di particolare utilità è la sezione periodici, quotidiani e opere in più volumi. Alcune riviste sono coeve, altre sono riviste di studi, particolarmente utili perchè di fatto inaccessibili se non agli studiosi locali o vicini a grandi biblioteche.
Completa la biblioteca digitale una notevole sezione iconografica e di immagini. Inoltre vengono anche pubblicati fonti primarie come, per limitarmi a un paio di esempi, gli Atti del Consiglio provinciale del Principato citeriore o La malaria nel salernitano durante il periodo bellico e post- bellico. Due semplici indizi per stuzzicare l’appetito.
Più che una biblioteca digitale questa realizzazione dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara è un vero portale estremamente ricco: la documentazione è varia.
Il progetto fornisce
strumenti e informazioni ai ricercatori, agli insegnanti e ai loro studenti, ai cittadini e agli amministratori [e] qualche risposta alla diffusa “domanda” di storia. Una “domanda” che non riguarda solo gli eventi politici, istituzionali e militari del Risorgimento propriamente detto, oggi al centro della discussione pubblica, ma una più generale storia della società ferrarese e del suo territorio.
Infatti,
Per “Ferrarese” si intende un’area composita, che ha intensi rapporti con le aree confinanti e spiccate vocazioni municipali, ma che nel corso del XIX secolo si identifica con un’entità amministrativa, nella quale si rafforzò il ruolo del capoluogo e si unificarono progressivamente le tipologie economico-sociali. La dialettica fra centro e centri, fra città e campagne restò pronunciata e merita una ricostruzione che alle logiche urbane sappia costantemente affiancare quelle rurali. Le campagne postunitarie vennero attraversate da una grande trasformazione: la bonifica cancellò l’eredità secolare della paludi e delle valli, incise profondamente sull’agricoltura e sul tessuto economico e sociale.
Ottocento ferrarese si prefigge appunto di mettere a disposizione del pubblico gli strumenti per iniziare o per approfondire percorsi di ricerca o, più semplicemente, per soddisfare curiosità e cultura personale.
Utilissima è la bibliografia sull’Ottocento ferrarese, ideata
con lo scopo di facilitare la ricerca bibliografica a coloro che sono interessati ai diversi aspetti della storia di Ferrara e del Ferrarese durante il “lungo” XIX secolo. Esso comprende oltre seicento titoli di contributi scientifici e divulgativi, pubblicati tra il 1980 e il 2010, che hanno per oggetto di studio Ferrara e la sua provincia in un arco temporale compreso tra l’inizio del cosiddetto Triennio rivoluzionario e lo scoppio della Prima guerra Mondiale (1796-1914).
Si tratta di un’amplissima bibliografia che copre tutti gli aspetti ecomoci-sociali e culturali del periodo indicato.
Un altro catalogo disponibile è
la versione elettronica del Repertorio bibliografico di cultura ferrarese dei periodici locali: 1886-2003 di Luciano Nagliati, pubblicato nel 2004 in edizione cartacea dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Ferrara e premiato nel 2005 dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio.
Il repertorio raccoglie i risultati di un lungo e minuzioso lavoro di spoglio che l’autore ha compiuto sulle pubblicazioni periodiche di Ferrara e provincia edite dal 1886 sino al 2003. Da questo consistente corpus di riviste, bollettini, atti, etc., Nagliati ha ricavato una nutrita bibliografia che ha per oggetto tematico Ferrara e il suo territorio da un punto di vista storico, letterario, artistico e geografico, senza restrizioni cronologiche.
Chi poi cercasse materiale di prima mano può fare affidamento sulla biblioteca digitale che rende “accessibili alcune importanti fonti per la storia del territorio e della società locali”. Al momento i titoli non sono numerosi (una decina), ma in complesso preziosi.
Infine deve essere segnalato il Dizionario Storico, uno strumento creato per favorire ” itinerari autonomi di riflessione, svincolati dalla gerarchia di rilevanze di una narrazione storica lineare”.
Non resta che augurarsi che il progetto Ottocento ferrarese venga ampliato e sostenuto come merita. Ottocento ferrarese